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Audra Bertolone2020-03-31 11:56:342020-03-31 11:56:34Coronavirus e circolazione in auto
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Pneumatici ricostruiti. Un’opportunità di risparmio da non sottovalutare
Sono sempre di più le persone costrette a trascorrere diverse ore della propria giornata a bordo di una vettura. Che si tratti di spostamenti dettati da motivi di lavoro, o da impegni legati alla famiglia, i km percorsi finiscono per accumularsi rapidamente. Questo, ovviamente, ha ripercussioni, più o meno marcate, sulle diverse componenti dell’auto. Se desideri viaggiare in sicurezza, e non esporre gli eventuali passeggeri a rischi inutili, ricordati innanzitutto dell’importanza rivestita dagli pneumatici, unico elemento a diretto contatto con il fondo stradale. Delle gomme in perfette condizioni sono essenziali per garantire una tenuta ottimale, soprattutto in presenza di pioggia e neve, ghiaccio e vento. Hai verificato il battistrada, e pensi sia giunto il momento di acquistare un nuovo treno di gomme? Hai sentito parlare degli pneumatici ricostruiti, ma non sei certo della loro efficacia? E, soprattutto, come fare a riconoscerli? Continua a leggere per scoprirlo.
Differenza tra pneumatici ricostruiti e rigenerati
Cosa si intende per gomme ricostruite e cosa le differenzia dai modelli rigenerati? Questi ultimi rappresentano gomme consumate (note anche come carcasse) oggetto di un intervento che prevede l’applicazione di un battistrada nuovo. Si parla di pneumatici ricostruiti, invece, quando il battistrada viene eliminato e sostituito da un materiale ottenuto da gomme nuove. Tali gomme devono anche essere conformi all’originale.
Per quanto riguarda la parte esterna, prima si sottopongono le gomme alle procedure di convergenza ed equilibratura, quindi alla fase di vulcanizzazione. È grazie a tale operazione che le componenti nuove ed usate riescono ad amalgamarsi alla perfezione. Tieni presente che le gomme ricostruite sono sottoposte ai medesimi test utilizzati per i modelli appena usciti dalle fabbriche. Solo al termine dei test viene assegnata la certificazione europea, necessaria per ottenere l’ok alla commercializzazione.
Come riconoscere degli pneumatici ricostruiti?
Ti sarà sufficiente osservare la sigla presente sul lato del pneumatico per essere certo che, quelle che stai osservando, siano delle gomme ricostruite. Il parametro europeo Ece Onu ha deciso di adottare le sigle “108 R” e “109 R”, la seconda delle quali riservata ai mezzi pesanti. Sugli pneumatici appare anche un cerchio che presenta, al suo interno, la lettera “E”. Quest’ultima è affiancata da un numero, differente in base al Paese di produzione; nel caso dell’Italia la scelta è ricaduta sul 2.
Segue una serie formata da 6 numeri, attraverso i quali identificare la fabbrica di produzione. Infine, devono essere presenti la denominazione “Ricostruito” (o l’equivalente “Retread”), il marchio del ricostruttore, la settimana e l’anno in cui l’operazione è stata portata a termine.
Le gomme ricostruite costano meno: ma sono sicure?
Se hai individuato un modello di pneumatici ricostruiti a buon prezzo, ma vuoi essere certo che risparmiare non significhi sacrificare la sicurezza, quali elementi dovrai prendere in considerazione?
Da questo punto di vista l’etichetta europea è un elemento fondamentale. Sarà confrontando le etichette dei diversi modelli in commercio che potrai effettuare una l’acquisto migliore. Accertati di montare sulla tua auto degli pneumatici che siano conformi allo dimensioni riportate sulla carta di circolazione.
Una volta montato il treno di gomme, e percorsi numerosi chilometri, verifica lo spessore del battistrada. In base a quanto previsto dal Codice della Strada, lo stesso battistrada dovrà avere uno spessore minimo di 1.6 mm. Almeno una volta ogni 5 anni, infine, ricordati di sottoporre a “check up” le gomme rivolgendoti al tuo gommista di fiducia.
Tra tutte le componenti di una vettura gli pneumatici sono l’elemento ad avere il maggiore impatto sul piano della sicurezza di chi viaggia. D’altro canto costituiscono l’unico punto di contatto con il terreno.
Lo scoppio di uno pneumatico, evento non così raro come si potrebbe pensare, può portare il guidatore a perdere il controllo del mezzo, soprattutto se la velocità di crociera è piuttosto elevata. Solo gestendo in modo ottimale tale situazione imprevista è possibile evitare pericolosi incidenti. Vediamo quali possono essere le possibili cause di uno scoppio e alcuni consigli su come comportarsi in quei frangenti.
Come ci si accorge dello scoppio di una gomma
Se a scoppiare è uno degli pneumatici dell’avantreno sentirai un forte strappo e, subito dopo, vedrai la vettura iniziare a “tirare” verso la gomma danneggiata. Diversamente, nel caso in cui a cedere sia una delle gomme posteriori, allo strappo farà seguito un diffuso tremore. La macchina, inoltre, tenderà a scivolare; la sensazione, in molti casi, è del tutto simile a quella provata guidando su una strada ghiacciata.
Le cause dello scoppio delle gomme: usura e corpi estranei
Le principali cause dello scoppio di una gomma sono l’usura e il danneggiamento. Pertanto, non dimenticarti di verificare periodicamente lo stato degli pneumatici. In presenza di tagli, o di usura eccessiva, l’acqua potrebbe penetrare all’interno della gomma portando alla formazione della ruggine.
Sassi, chiodi ed altri corpi estranei sono in grado di farsi strada nel battistrada, scavandolo e danneggiandolo. Fai attenzione anche ai contatti violenti delle gomme su marciapiedi o cordoli. Ricordati che l’usura è favorita anche da una conservazione non ottimale degli pneumatici.

Tieni presente che se, da un lato, la legge ha indicato una profondità minima del battistrada (pari ad 1,6 mm), per minimizzare i rischi di scoppio è preferibile che tale profondità non scenda al di sotto dei 3 mm per le gomme estive, e di 4 mm per i set invernali. In assenza di un indicatore dell’usura sugli pneumatici ti sarà sufficiente utilizzare una moneta per misurarne la profondità.
Altri fattori di rischio: pressione errata delle gomme e sovraccarico della vettura
Altra causa dello scoppio è una pressione non adeguata della gomma, che può portare quest’ultima a manifestare un deterioramento precoce e, in alcuni casi, alla rottura. Gonfiare eccessivamente lo pneumatico significa esporre il battistrada al rischio di deformazione.
Da non sottovalutare l’effetto sugli pneumatici, a livello di surriscaldamento, del sovraccarico della vettura.
Che strategie adottare negli attimi successivi allo scoppio?
Per quanto sia più semplice da dire che da fare, è fondamentale mantenere la calma. Considera, infatti, che diverse vetture (in particolar modo quelle dotate di pneumatici con profilo basso) sono perfettamente in grado di conservare l’equilibrio. È buona abitudine guidare mantenendo il volante con due mani; questo ti consentirà di affrontare lo scoppio nel migliore dei modi.
Un buon suggerimento è quello di togliere il piede dall’acceleratore lentamente; agire con eccessiva velocità favorirebbe la perdita di controllo. Evita, invece, di premere il pedale del freno con forza, in quanto l’unico risultato sarebbe quello di veder slittare la macchina verso un lato.
Per evitare dunque di rischiare spiacevoli e pericolosi inconvenienti ti consiglio di controllare periodicamente lo stato delle tue gomme e affidarti a un gommista esperto.
Le rose sono rosse, le viole sono blu…e gli pneumatici neri. O almeno, quasi sempre.
Se sei stato almeno una volta ad un raduno di auto d’epoca, avrai notato che molte vetture “calzavano” degli eleganti pneumatici bicolore, dall’innegabile fascino vintage, che tuttavia ai giorni nostri sono ormai completamente scomparsi. Dagli anni ’70, infatti, quasi tutti gli pneumatici presenti sul mercato sono completamente neri, anche se i coloranti artificiali per la gomma non mancano. Perché gli pneumatici allora non sono verdi, rossi o blu?
Neri come il carbone
Sorprendentemente, i primi pneumatici per auto erano bianchi: questo è infatti il colore naturale della gomma con cui sono realizzati. Dopo breve tempo, però, divenne necessario apportare delle importanti modifiche a queste prime gomme, che non offrivano una buona trazione e una buona resistenza. Si pensò quindi di aggiungere del nero di carbone, detto anche nerofumo, alla miscela della gomma, dandole così il classico colore che tutti conosciamo.
Le proprietà del nerofumo
Il nero di carbone è un pigmento derivato dalla combustione di derivati del petrolio, tra cui il catrame. Circa il 70% di tutto il nerofumo prodotto al mondo viene usato dall’industria automobilistica per la fabbricazione di pneumatici, per renderli più resistenti al calore e all’usura. Il nero di carbone, infatti, aumenta la conduzione di calore della gomma e aiuta a distribuire il calore sulla cintura dello pneumatico, rallentando l’usura del battistrada. Proprio per questo motivo si è passati dalle gomme bicolori, in cui il nero di carbone era presente solo sul battistrada mentre il resto della gomma rimaneva del suo colore naturale, agli pneumatici che conosciamo oggi.
Esistono gomme colorate?
Oltre ai raduni d’auto d’epoca, è difficile vedere degli pneumatici che non siano completamente neri. Alcune case produttrici hanno realizzato degli pneumatici colorati in edizione limitata in occasione dell’uscita sul mercato di auto sportive di fascia alta, come nel caso della Alfa Mito Marangoni M430, presentata con gli pneumatici rossi, ma per il momento il nero non sembra destinato a passare di moda.
Gomme sbiadite: cosa fare?
Per tutelare il proprio benessere in viaggio e la sicurezza della tua famiglia e degli altri passeggeri, è bene sostituire le gomme con una certa frequenza. Se il colore degli pneumatici risulta sbiadito, infatti, significa che il nerofumo comincia a perdere efficacia e le performance delle gomme, inevitabilmente, ne risentono. Se tuttavia le gomme sono state montate da poco tempo e vuoi che la tua auto abbia sempre un aspetto curatissimo, puoi utilizzare del nero gomme per riportarle alla loro brillantezza originaria.
Nero gomme fatto in casa
Puoi lucidare i tuoi pneumatici con del nero gomme fatto in casa. Ti basterà far bollire 250 ml di acqua distillata e un cucchiaio di zucchero, lasciar raffreddare il composto e poi applicarlo sugli pneumatici puliti utilizzando uno spruzzino.
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