La pandemia di Coronavirus ha modificato sensibilmente le nostre abitudini e anche circolare in auto è diventata un’attività limitata alle sole occasioni di necessità. Con una serie di decreti, il Governo italiano ha messo in atto delle misure volte al contenimento dei contagi e l’isolamento sociale appare l’unica arma efficace per arrestare il dilagare del virus.

Le misure del governo

Il 24 marzo 2020 il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto definitivo (al momento) in cui viene ribadito il divieto di spostamento e viene stilata una lista delle attività ancora aperte. Insieme a supermercati, farmacie e le aziende di importanza strategica, il decreto garantisce la piena attività di officine meccaniche e gommisti chiamati a prestare assistenza ai cittadini e supporto a tutti i lavoratori impegnati nei trasporti di persone e di merci. In seguito a continui spostamenti di cittadini dal Nord al Sud del Paese, è stato emanato il divieto il divieto di spostarsi dal comune in cui ci si trova anche se non è quello di residenza.  Il divieto riguarda sia chi viaggia con i mezzi pubblici, sia chi decide di partire con la propria auto. Tuttavia rimangono delle eccezioni: sono consentiti gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute o per situazioni di urgenza. Per esempio, i pendolari (impegnati in attività dichiarate indispensabili) possono continuare a spostarsi per esigenze di lavoro. Se il punto vendita più vicino alla propria abitazione è collocato fuori dal proprio comune è possibile raggiungerlo per fare la spesa.

Le sanzioni previste

La ministra Luciana Lamorgese ha allertato le questure e invitato i cittadini e le Forze dell’Ordine ad attenersi alle norme espresse nel decreto e sono state inasprite le sanzioni. Infatti i cittadini che continuano a circolare in auto non rispettando il divieto di spostamento rischiano una multa amministrativa compresa tra 400 euro e 3.000 euro.  Inoltre è prevista una denuncia per aver violato l’articolo 650 del Codice Penale oppure per falso se nel modulo dell’autocertificazione sono state sottoscritte delle dichiarazioni che non trovano riscontro.  In caso di violazioni del Codice della Strada, le sanzioni vengono maggiorate di un terzo rispetto alla soglia prevista.

L’importanza di una guida sicura

Come si possono conciliare le necessità quotidiane e il rispetto della normativa? Sin dall’inizio dell’emergenza sono state adottate misure restrittive che però non impediscono ai cittadini di provvedere alle necessità quotidiane e all’approvvigionamento di beni indispensabili. In caso di spostamenti indispensabili è necessario sottoscrivere un modulo di autocertificazione disponibile sul sito del Ministero dell’Interno (si può stampare o ricopiare a mano) oppure verrà fornito dalle Forze dell’Ordine durante il controllo.  Anche per recarsi dal proprio gommista di fiducia è necessario compilare l’autocertificazione. Guidare un’auto con gli pneumatici in regola è un obbligo previsto dal codice della strada e rappresenta una cautela ancora più indispensabile in questo momento in cui bisogna usare maggiore attenzione per evitare qualsiasi incidente che richiederebbe un intervento al pronto soccorso o di personale sanitario già oberato dall’emergenza Covid-19.

Hai acquistato da poco una vettura? Lo sai che ora è possibile installare dei cerchioni differenti da quelli in dotazione senza essere costretti a richiedere il nulla osta alla casa automobilistica? Se non sai come procedere, nelle prossime righe chiariremo ogni tuo dubbio. In particolare, nei prossimi paragrafi esamineremo le principali differenze tra cerchi ECE e NAD.

Da che anno è ammesso il montaggio di cerchi differenti da quelli già installati?

È stato il Decreto Ruote n. 20 del 22 marzo 2013, divenuto obbligatorio a partire dal 1 ottobre 2015, a consentire il montaggio di ruote aventi caratteristiche diverse rispetto agli pneumatici montati dalla casa produttrice. Grazie a tale decreto gli automobilisti hanno a disposizione una nuova opzione per personalizzare il proprio veicolo. Oltre ad apportare cambiamenti sul piano estetico, la scelta di cerchioni tende a riflettersi sulle performance.

Caratteristiche dei cerchi omologati ECE

I cerchi ECE, conosciuti anche come UN/ECE, hanno lo standard di omologazione europeo come punto di riferimento. Quelli NAD, invece, rispettano quanto previsto dall’omologazione italiana. Distinguere gli uni dagli altri è semplice, in quanto la sigla degli ECE viene riportata direttamente sul cerchione, e potrai notarla anche a ruote installate. Optare per cerchi ECE significa puntare su modelli tradizionali e “conservativi”, realizzati nel pieno rispetto delle dimensioni dei cerchioni originali.

Cerchi ECE e NAD

I cerchi NAD: garanzia di una maggiore personalizzazione

Se i cerchi omologati ECE, date le proprie caratteristiche, tendono a limitare le possibilità di personalizzazione, sono i NAD a regalare più di una soddisfazione sotto questo punto di vista. È possibile scegliere, a seconda dei gusti e delle esigenze, ruote più grandi o più piccole, ed è proprio questo a impattare, positivamente o negativamente, sulle performance. Non stupisce, pertanto, la necessità da parte del proprietario della vettura, di affiancare all’omologazione NAD il “Certificato di Conformità” (in breve COC) e l’allegato “E” alla motorizzazione civile. Se quest’ultimo è obbligatorio sia per i cerchi ECE che per quelli NAD, sono solo gli ultimi a coinvolgere la motorizzazione.

Motorizzazione: qual è il suo ruolo in questo ambito?

Spetta alla motorizzazione il compito di attestare che su una vettura siano presenti cerchi di dimensioni maggiori o minori rispetto a quelle indicate sul libretto di circolazione. Prima di effettuare la trascrizione sul libretto il funzionario della motorizzazione sarà tenuto a verificare l’originalità dei documenti presentati, e a constatare che il montaggio sia stato effettuato in modo corretto. L’allegato “E”, ossia la “Dichiarazione di Corretta Installazione”, viene rilasciata dal gommista che si è occupato del montaggio delle ruote, purché operante nel medesimo Comune della motorizzazione.

Cerchi fuori norma: quali sono i rischi?

Cosa accade nel caso in cui un automobilista decida di montare cerchi non rientranti nelle categorie ECE e NAD? In quanto privi di omologazione, si tratta sicuramente di cerchi fuori norma e, come tali, potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza stradale. Violando quanto previsto dalle normative in vigore, il rischio è di incorrere in sanzioni amministrative, e non solo. Infatti, un eventuali controllo porterà anche al sequestro delle ruote.

Pur essendo esperti guidatori, non sono pochi coloro che tendono a confondere allineamento delle ruote ed equilibratura. In realtà, se il primo permette di correggere gli angoli delle ruote, il secondo elimina eventuali vibrazioni anonime delle ruote durante la marcia. Entrambi sono indispensabili se si desidera massimizzare la sicurezza a bordo di un veicolo. Un corretto allineamento, in particolare, riduce l’usura degli pneumatici, contribuisce in modo notevole al comfort dei passeggeri ed evita possibili problemi di stabilità e direzionalità. Continua a leggere per scoprire cosa provoca il disallineamento, come rendertene conto e quando procedere a un controllo.

Le cause del mancato allineamento

Innanzitutto, occorre sottolineare come un veicolo di una certa età sia maggiormente soggetto a problemi di disallineamento. Ma sono molto frequenti anche i casi in cui tale evento è riconducibile a una riparazione non eseguita a regola d’arte. Ad esempio, è richiesta massima precisione nel momento in cui si procede alla sostituzione di un giunto sferico difettoso.

Danni al telaio (ad esempio l’urto della vettura contro un cordolo) e alla carrozzeria possono portare al disallineamento. Se in alcuni casi è sufficiente una semplice riparazione, in altri è richiesta la sostituzione di alcune componenti.

Pistola con manometro per pressione pneumaticiCome capire se le ruote sono disallineate

Alcuni segnali evidenziano un possibile problema di ruote disallineate. Questo accade, ad esempio, quando l’auto tende a “tirare da una parte” anche a velocità limitate. Se, invece, tale evento si verifica solamente ad alte velocità, è probabile che questo derivi da una leggera differenza di pressione tra gli pneumatici. Allo stesso tempo dei rumori rombanti possono evidenziare la presenza di un danno alla barra di accoppiamento, oppure al giunto sferico.

Ammortizzatori e sospensioni difettose rischiano di provocare rumori continui molto fastidiosi. A sua volta, l’auto è soggetta a pericolosi sbandamenti dovuti al tintinnio del cuscinetto. Infine, anche pneumatici che presentano evidenti segnali d’usura sono riconducibili a un possibile disallineamento. In tal caso le gomme tendono a inclinarsi rispetto alla direzione di marcia, usurandosi in modo più marcato del solito.

Quando intervenire?

Fatto salvo quanto scritto finora, qual è il momento giusto per intervenire, evitando di ritrovarsi a guidare un veicolo con ruote disallineate? Non è possibile,in realtà, fornire una risposta univoca. Come già anticipato, una vettura con migliaia di chilometri sulle spalle ha maggiori probabilità di incorrere in tale problema. Di conseguenza, se noti un consumo non uniforme delle gomme meglio verificare l’allineamento senza indugiare troppo.

In caso contrario è sufficiente effettuare l’intervento nel momento in cui ti accingerai ad acquistare nuovi pneumatici. Procedendo in questo modo, tra l’altro, garantirai una maggiore longevità agli stessi pneumatici. Altro momento ideale per l’allineamento è ricollegabile alla sostituzione degli ammortizzatori, o di alcune parti di sterzo e sospensioni.

Quanto costa effettuare l’allineamento delle ruote?

Fino a una quindicina di anni fa era difficile trovare officine che richiedessero meno di 100 euro per l’intervento. Oggi i prezzi sono decisamente calati, attestandosi sui 70 euro; approfittando di alcune promozioni è possibile spendere anche meno di 50 euro. L’allineamento necessita di circa 60 minuti per essere portato a termine. Ad assicurare la massima precisione è la tecnologia laser, disponibile nelle officine più aggiornate tecnologicamente.

Quali sono le caratteristiche fondamentali che uno pneumatico deve presentare per poter garantire la massima sicurezza, indipendentemente dalla vettura e dalla tipologia di tracciato? Sicuramente, oltre alla resistenza all’usura ne fanno parte la tenuta di strada, la silenziosità e le buone performance sul bagnato.

Tuttavia, se sei in possesso di un’auto elettrica, saprai che ottenere il giusto equilibrio non è così semplice come potrebbe apparire.

Le auto elettriche pesano di più? E qual è l’influenza del peso sugli pneumatici?

Il primo aspetto cui dovrai necessariamente prestare attenzione è il peso della vettura. Rispetto a un veicolo dotato di motore a scoppio, un modello con motore elettrico può raggiungere un peso anche del 30% più elevato. Questo ad cosa è dovuto? Dai pacchi batterie, in alcuni casi in grado di oltrepassare i 400 kg.

Più compatta è una vettura, maggiore sarà la differenza di chili (anche 150!) rispetto alla versione tradizionale del medesimo modello. Inoltre, le batterie sono poste sotto il pavimento. Questo porta il baricentro ad abbassarsi, rendendo più gravoso il lavoro degli pneumatici. La soluzione? L’adozione di strutture più robuste, necessarie per sopportare i carichi.

Pneumatici per auto elettrichePneumatici per le auto elettriche e risparmio energetico

Un secondo fattore da valutare è il risparmio energetico. Infatti, nel caso delle auto elettriche diventa fondamentale minimizzare l’attrito, al fine di evitare un’eccessiva dispersione energetica. In questo modo potrai disporre di una vettura più scorrevole anche in fase di decelerazione, momento nel quale si recupera l’energia dispersa. Da questo punto di vista sono da preferire gomme con struttura rigida, meno propense alla deformazione e caratterizzata da un battistrada stretto.

Il rotolamento degli pneumatici

Veniamo ora alla silenziosità. Trovandoti per la prima volta a  di guidare un’auto elettrica ti sarai sicuramente accorto dell’assenza o, comunque, dell’infinitesimale impatto dei rumori. D’altro canto, sono il motore e le componenti meccaniche a influire pesantemente su tale componente. Esiste, però,un lato negativo, ossia la maggiore sensibilità al rotolamento degli pneumatici.

Ti sarà sufficiente provare a trasferire una gomma da una vettura elettrica a un modello tradizionale per percepire, nel secondo caso, una rumorosità più elevata. Quali sono gli pneumatici più silenziosi? Quelli più stretti e scorrevoli.

Un’ultima caratteristica da non sottovalutare è la presenza nelle auto elettriche di una coppia generosa e immediata. Delle gomme a basso attrito, in cui la capacità di deformarsi è limitata, rischiano di non essere in grado di scaricarla a terra. Il risultato sarebbe ritrovarsi a guidare un veicolo soggetto più frequentemente a possibili pattinamenti, quando non a perdite di aderenza.

La strada tracciata per il futuro

Per far fronte ai problemi messi in evidenza nei precedenti paragrafi sempre più produttori hanno inserito a listino alcune modifiche interessanti (soprattutto offrendo gomme di misure diverse) destinati alle vetture elettriche. Se i risultati appaiono apprezzabili, l’impegno profuso tenda a riflettersi sul prezzo di vendita, più elevato a parità di prestazioni e dimensioni. È anche vero che un set di gomme montato su un’auto con motore elettrico normalmente ha una durata più elevata.

Ma cosa ci aspetta in futuro? I primi prototipi sembrano concentrarsi verso gomme con strutture interne non dissimili, nell’aspetto, a delle comuni spugne. L’obiettivo è rendere al contempo rigidi e flessibili gli pneumatici stessi, permettendo loro di adattarsi alle situazioni più disparate.

Da buon guidatore hai sempre ritenuto indispensabili i controlli di routine per verificare lo stato della tua automobile? Consideri gli pneumatici un elemento cardine della sicurezza stradale? Ma sei certo di dedicare la giusta attenzione ai braccetti? Lo sapevi che sono i principali responsabili dell’assetto di una vettura, determinando la direzione delle ruote? Prosegui nella lettura per approfondire le tue conoscenze in merito.

Che tipologie esistono? E a cosa servono?

Il mercato propone diverse versioni. Potrai trovare con facilità modelli trasversali, utilizzabili senza problemi su entrambi gli assi. All’interno di questa categoria avrai modo di scegliere un braccetto singolo, oppure di optare per uno “multi-parte”. Ad accomunare molte varianti è la forma; la maggior parte di esse è triangolare.

Indipendentemente dalla forma, è importante che tali accessori siano in grado di svolgere alla perfezione il compito assegnato. La ruota, grazie a loro, ha la possibilità di muoversi in verticale nel momento in cui l’ammortizzatore inizierà a molleggiare. Allo stesso tempo, è la presenza di questo elemento a permettere allo sterzo di muoversi. È una barra stabilizzatrice, posta sugli stessi braccetti, a collegare quelli situati a destra a quelli di sinistra. L’obiettivo della barra è di irrigidirli durante la guida.

braccetto delle ruote dell'autoPerché verificarne periodicamente le condizioni

I controlli periodici sono indispensabili, ma per quale motivo? Semplicemente perché gli elementi descritti nel precedente paragrafo si caratterizzano per una particolare delicatezza. Questo significa che in seguito a un urto violento (come quello provocato da una buca di grosse dimensioni sul tracciato stradale) potrebbe portare a delle rotture. La conseguenza è duplice. Se da un lato rischieresti di non riuscire più a controllare lo sterzo, dall’altro gli ammortizzatori non sarebbero più idonei a svolgere il proprio lavoro.

Fortunatamente, è piuttosto semplice accorgersi di aver provocato un danno, vista la presenza di rumori “molesti”. In molti casi sono dei “tac” ripetuti a evidenziarlo. Qualora gli ammortizzatori della vettura siano nuovi, con grande probabilità sarà un braccetto, o più di uno, ad aver subito il danno, e a provocare il rumore. Non dimenticare che un unico braccetto, rompendosi, non ti consentirà di proseguire la marcia. Rotture e piegamenti si riflettono anche sulla convergenza delle ruote, portando queste ultime a spostarsi verso l’interno o l’esterno.

Fai da te o meccanico: come intervenire?

Se sei in possesso di un’utilitaria, e disponi di una sufficiente conoscenza dei diversi elementi dell’auto, potresti sostituire un braccetto anteriore anche da solo. Si tratta di un’operazione non troppo complessa, e che non comporta grandi perdite di tempo. Per procedere ti sarà richiesto solo di svitare alcuni dadi. Nel caso in cui la tua vettura sia piuttosto “ingombrante”, tanto da richiedere la presenza di un ponte per poter eseguire l’intervento, la strada migliore consiste nel rivolgersi a un meccanico.

Ma quanto costa sostituire un braccetto? Normalmente la spesa non supera la cifra di 100 euro. Desideriamo ricordarti come non intervenire con immediatezza potrebbe portare a danneggiare altri parti del veicolo. Il risultato sarebbe uno solo: l’inevitabile aumento delle spese di riparazione.

Risale al 13 novembre 2019 l’accordo politico tra Commissione europea, Parlamento e Consiglio europeo che porterà, il 1 maggio 2021, all’entrata in vigore di una nuova etichettatura degli pneumatici. Accanto al pittogramma dedicato alla rumorosità comparirà quello relativo alla neve e al ghiaccio. L’etichetta aiuterà i consumatori a valutare con maggiore consapevolezza le gomme presenti sul mercato, portandoli a scegliere la più sicura ed efficiente. Allo stesso tempo, si potranno conseguire importanti risultati in termini di risparmio energetico. Prosegui nella lettura se desideri ottenere informazioni esaustive su questo tema.

Le origini della nuova etichetta energetica degli pneumatici

Tutto ha avuto origine da un parere della Commissione Europea rilasciato nel maggio 2018, che suggeriva l’adozione di un nuovo regolamento in tema di etichettatura dei pneumatici. L’obiettivo? Avvicinarsi ancora di più al concetto di mobilità sostenibile attraverso una maggiore efficienza degli pneumatici invernali. Il testo, ancora in attesa dell’approvazione formale di Parlamento europeo e Consiglio, verrà in seguito pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea.

Cosa viene riportato sull’etichetta energetica? La dicitura “consumi”

Al pari di quanto avvenuto per l’etichettatura relativa alle classi di efficienza energetica degli elettrodomestici, la nuova etichetta si basa su una scala di valori. Oggetto di distinzione tra gli pneumatici sono consumi, aderenza sul bagnato e rumore esterno da regolamento.

La dicitura “consumi” fa riferimento alla resistenza al rotolamento delle gomme, ossia alla forza che agisce in direzione contraria a quella di moto. Tale resistenza, in pratica, porta lo pneumatico a deformarsi a causa di due fattori: il peso del veicolo e le sollecitazioni legate al tipo di guida. Qual è la conseguenza? L’aumento del consumo di carburante dovuto allo spreco di energia. Pertanto, una minore resistenza al rotolamento si traduce in un contenimento dei consumi.

Sono 7 le classi di merito impiegate per misurare la resistenza al rotolamento , contrassegnate dalle prime lettere dell’alfabeto. Se la più efficiente è la classe “A”, la G risulta la peggiore; la differenza può anche raggiungere il 7,5%.

Etichetta energetica pneumatici

L’aderenza sul bagnato

Per quanto riguarda l’aderenza su bagnato, quest’ultima esprime l’aderenza degli pneumatici su superfici non asciutte, ossia la loro capacità di frenare il veicolo. Anche in questo caso sono 7 le classi di merito adottate, sempre contrassegnate da lettere dell’alfabeto (in ordine di efficienza dalla A alla G). Tra classe A e classe G la variazione in termini di spazio di frenata può toccare il 30%.

Un esempio? Trovandoti a viaggiare ad una velocità di crociera di 80 km/h, un set di gomme di classe A ti permetterà di beneficiare di una riduzione dello spazio necessario alla frenata pari a 18 metri.

Il rumore esterno da rotolamento

Esaminiamo, infine, il rumore esterno da rotolamento, ossia il rumore proveniente dalle gomme, espresso in decibel, percepito da chi non si trova a bordo del veicolo. Sono previste 3 classi, ognuna contraddistinta da un certo numero di barre nere (da 1 a 3). Tre barre indicano il livello di rumorosità peggiore, superiore a quello che sarà il futuro valore limite in territorio europeo.

Se fino a pochi anni fa le calze da neve non erano riconosciute dal codice stradale del nostro Paese, la situazione è cambiata radicalmente grazie all’entrata in vigore, nel 2015, di una serie di norme che hanno portato al loro inserimento tra i sistemi antipattinamento. Da allora il mercato si è arricchito costantemente di nuovi modelli, differenti a livello di materiali e di resistenza all’usura. Ma di che cosa si tratta? Quando ti sarà possibile utilizzarle? E come devono essere montate?.

Strada innevataCosa prevedono le normative

È una normativa europea a indicare come le calze destinate all’utilizzo sulla neve, perché possano essere considerate idonee, debbano rispondere a determinati standard di sicurezza. Al contempo, è necessario che si rivelino estremamente affidabili, riducendo i rischi di perdita di controllo del veicolo. Un modello omologato può così circolare sulle strade italiane innevate. Le prime indicazioni del nostro ordinamento giuridico risalgono al 2011, quando a occuparsene fu un decreto ministeriale. Il vero punto di riferimento in materia, ad ogni modo, è la norma UNI 11313. Quest’ultima ha stabilito metodi di prova e requisiti di sicurezza. In particolare, tale norma ha ammesso la presenza sul mercato italiano di quei dispositivi provenienti da uno stato appartenente all’Ue, dalla Turchia o da Stati firmatari dell’Associazione europea di libero scambio. Questo purché tali dispositivi rispettino pienamente quanto stabilito dalle norme sulla sicurezza della circolazione stradale. Se sei in procinto di acquistare delle calze per la tua auto in caso di neve accertati della presenza, sull’etichetta, di una delle seguenti diciture: ON v512 o UNI 11313.

I punti di forza delle calze da neve

Le calze da neve hanno caratteristiche decisamente interessanti; ecco perché diverse persone finiscono con l’acquistarle in luogo delle catene o delle gomme da neve. Essendo realizzate nella maggior parte dei casi in poliestere, (più resistente del classico tessuto) il loro costo appare decisamente inferiore a quello delle catene da neve. Al tempo stesso il montaggio si rivela molto meno complicato. Dovrai procedere rivestendo sia la parte superiore delle ruote motrici che quella laterale, quindi spostare leggermente la vettura per ricoprire anche la parte rimanente degli pneumatici. Non è necessario che il dispositivo aderisca perfettamente alle ruote. Sarà il movimento successivo ad assicurare una perfetta centratura.

I limiti delle calze da neve

Messe a confronto con le tradizionali catene, le calze possono essere impiegate esclusivamente su tratti di strada innevati. Questo significa che, incrociando improvvisamente una tratto sgombro dalla neve dovrai arrestare la marcia, smontare le calze e proseguire. Se questo dovesse accadere in un tratto che prevede l’utilizzo di catene da neve in un determinato periodo dell’anno, rischieresti di essere colpito da sanzioni. Ricordati che prima di entrare in gallerie o tunnel (quindi privi di neve) dovrai comunque smontare le calze. Ma perché è importante farlo? Per evitare di deteriorarle velocemente rendendole inefficaci o, comunque, decisamente meno performanti. Fai attenzione anche ai limiti di velocità imposti dal Codice per i veicoli che montano le calze. Nello specifico è ammessa una velocità massima di 50 km/h.

Negli ultimi tempi sembra esserci maggiore consapevolezza, da parte degli automobilisti, in merito all’importanza rivestita dagli pneumatici. L’unico elemento dei veicoli a diretto contatto con il terreno si è visto giustamente riconoscere un ruolo essenziale dal punto di vista della sicurezza. Trovarsi a guidare una vettura che monta  gomme usurate su fondo sdrucciolevole o asfalto bagnato, oppure in condizioni di ghiaccio o neve, può risultare estremamente pericoloso. Ma c’è un altro elemento, sempre legato alle gomme, che merita una particolare attenzione: il cerchio. Pensi sia giunto il momento di cambiare i cerchi della tua auto, ma fino a oggi la tua scelta ha preso in esame solamente il prezzo? Leggendo le righe che seguono scoprirai come, in realtà, sia necessario valutare soprattutto altri elementi.

Quale materiale scegliere: i punti di forza dei cerchi in acciaio

I cerchi per auto ideali, innanzitutto, devono essere compatibili sia con gli pneumatici che con il modello di veicolo. Per tale motivo la tipologia, i materiali utilizzati e le misure sono parametri fondamentali se vuoi garantire, a te che sei alla guida, e agli eventuali passeggeri della vettura, la massima sicurezza.

Il mercato offre cerchi in acciaio e in lega. In cosa si differenziano? Sicuramente nel peso, se è vero che i modelli realizzati in acciaio tendono a pesare di più. Questo cosa comporta? Che non si rivelano l’acquisto ideale per un’auto sportiva. Tuttavia, scegliere l’acciaio significa montare un cerchio estremamente solido, qualità che si traduce in una risposta migliore nel caso di eventuali urti e, in genere, quando la guida ha luogo in ambito urbano (è sufficiente pensare alla presenza di marciapiedi e buchi). Questo senza tralasciare un altro fattore importante: il costo decisamente inferiore.

cerchi in legaQuando acquistare dei cerchi per auto in lega?

I cerchi in lega, dal canto loro, si caratterizzano per la leggerezza, l’apprezzabilità dal punto di vista estetico e le prestazioni. In particolare, questa tipologia di cerchi presenta un rapporto vuoto-pieno volto a premiare proprio i pieni. Il risultato di questa scelta è un più efficiente raffreddamento dell’impianto frenante.

L’importanza delle misure: diametro e larghezza del canale

Un altro fattore da tenere in considerazione nella fase di acquisto dei cerchi è rappresentato dalle misure ossia, nello specifico, diametro e larghezza del canale. Esistono anche altri parametri da non sottovalutare, in primis interasse e offset, noto anche come “ET”, in grado di fornire una misurazione della distanza del cerchio con il passaruota. Tornando al diametro, ti fornirà indicazioni in merito alla grandezza del cerchio. Ricordati che una gomma deve presentare la medesima dimensione del cerchio. Solo così l’installazione potrà essere effettuata in modo corretto. Nella maggior parte dei casi sulle utilitarie sono montati cerchi la cui misura varia tra i 14 e i 19 pollici. Misure maggiori sono consigliate per vetture sportive e Suv.

La larghezza del canale, invece, ha come riferimento la larghezza del cerchio, e viene misurata prendendo in esame la parte interna del cerchione. I cerchi si distinguono tra loro anche per il tipo di bordo; a tipologie diverse corrisponde una lettera differente.

Se sei ancora indeciso su quale sia il cerchio giusto per la tua auto ti consiglio di rivolgerti al tuo gommista di fiducia che ti saprà consigliare sulla tipologia e il modello di cerchio più adatto.

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L’inverno si avvicina e porterà con sé il suo fascino, ma anche freddo, neve e… insidie stradali.

È proprio per questo motivo che dovresti provvedere subito a dotare la tua auto di pneumatici invernali, per continuare a percorrere in tutta sicurezza i tuoi itinerari quotidiani.

Non ci avevi ancora pensato? Nessun problema, in questo articolo ti darò i consigli giusti per scegliere le gomme invernali più adatte alla tua auto, mostrandoti dove trovare le migliori offerte sugli pneumatici invernali.

Più sicurezza alla guida, con le gomme da neve

Quando ci si mette al volante, viaggiare in sicurezza è la prima regola da seguire.

Per questo, non puoi permetterti di trascurare le condizioni delle tue gomme, specialmente in inverno, quando le strade si fanno viscide, ghiacciate o innevate.

Ma come scegliere gli pneumatici invernali giusti per la tua auto?

Se guidi soprattutto in città, hai bisogno di una gomma invernale con le scanalature idonee a garantire il giusto grip sulla neve, per non farti cogliere impreparato da improvvise nevicate.

Se invece viaggi spesso in autostrada o comunque fuori città, verifica che i tuoi nuovi pneumatici invernali siano adatti anche alla percorrenza su suolo ghiacciato, visto che le strade sono spesso in simili condizioni in questo periodo.

Vuoi sapere come riconoscere le caratteristiche di uno pneumatico invernale tra le varie offerte presenti sul mercato? Continua a leggere e te lo spiegherò subito.

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Anche i guidatori più esperti normalmente temono il sopraggiungere dei mesi invernali. Le strade, siano esse urbane che extraurbane, a causa delle temperature più basse e dell’umidità rischiano di divenire pericolose. Questo soprattutto in presenza di neve o di ghiaccio sul manto stradale. Fare unicamente affidamento sulle gomme invernali può non essere sufficiente se intendi intraprendere un viaggio, anche breve, in assoluta sicurezza. Le catene da neve rappresentano la soluzione ideale per circolare senza problemi. Desideri acquistare un set di catene, ma non hai idea di quale modello possa adattarsi alla tua auto? Nei prossimi paragrafi troverai diverse informazioni utili in merito.

Vetture catenabili e non catenabili: cosa significa?

Innanzitutto tieni presente che le vetture ,in ragione della possibilità di montare o meno le catene, vengono normalmente distinte in due categorie: catenabili e non catenabili. Fanno parte della prima quelle auto che montano ruote di diametro compreso tra i 13 e i 17 pollici, ossia misure compatibili con qualunque tipologia di catene oggi in commercio. Di conseguenza sono le vetture dotate di cerchi di diametro superiore ai 17 pollici a rientrare nelle “non catenabili”. Se il tuo veicolo fa parte di quest’ultima categoria avrai l’opportunità di rendere i viaggi più sicuri acquistando un set a fissaggio esterno, oppure un kit di catene a spessore ridotto.

catene da neve montate sulle gomme dell'autoCosa differenzia le diverse tipologie di catene?

Se hai già avuto modo di valutare i modelli di catene in commercio, ti sarai certamente accorto di come a variare non siano solamente i prezzi (a loro volta legati a spessore, dimensioni e sistema di tensionamento adottato), ma anche una serie di caratteristiche. Ma quali catene propone il mercato attualmente?

Catene da neve metalliche

Si tratta delle catene “classiche” con catene sottili dotate di maglie metalliche, anello del medesimo materiale (a volte sostituito da un cavo d’acciaio) e tensori (di numero variabile). Rappresentano il modello meno costoso, ma sono le più difficili da montare. Tuttavia occorre ricordare come, in alcuni casi, potrebbero finire per graffiare i cerchioni.

Catene di tela

Conosciute anche come “calze termiche” le catene in tela, pur avendo un prezzo superiore a quelle metalliche, sono decisamente più veloci da montare, presentano un peso inferiore e appaiono meno ingombranti. Non influiscono più di tanto sulla guida, e ti consentiranno di utilizzare senza problemi l’ESP. Tra i lati negativi non possiamo esimerci dal ricordare il loro rapido consumo. Pertanto, se sei abituato a percorrere diversi chilometri tutti i giorni meglio optare per un’altra tipologia di catene; così facendo eviterai che possano rompersi.

Catene composite

Cosa contraddistingue le catene composite? L’adozione di una rete di cavi plastici, uniti da anelli di metallo e ricoperti di materiale tessile. Osservandole ricordano da vicino una rete, destinata ad avvolgere il battistrada. Il montaggio si rivela semplice, al pari di quanto accade per le calze da neve. Rispetto a queste ultime, ad ogni modo, hanno lo svantaggio di richiedere maggiore impegno, in quanto presentano una tensione più elevata. Ad ogni modo, questo aspetto negativo è bilanciato da una resistenza maggiore durante l’uso.

Catene semiautomatiche (a tensione automatica)

Chiamate anche catene “a tensione automatica”, questa tipologia di catene è ideale per un utilizzo frequente. A una parte fissa, da collegare al cerchio, si affianca una parte smontabile (le catene vere e proprie), in cui trovano spazio bracci di gomma (dotati di catene o piccoli chiodi in base al modello) e una montatura in plastica. Ti saranno sufficienti pochi minuti per montarle, potendo così godere di catene in grado di autoregolare la tensione durante l’uso. Il prezzo decisamente elevato è giustificato dall’eccellente resistenza all’usura.

Abbiamo visto una panoramica dei diversi tipi di catene da neve. Se non sei ancora sicuro di quale sia il modello giusto da montare sulla tua auto o se vuoi capire meglio se preferire le gomme invernali alle catene da neve rivolgiti al tuo gommista di fiducia che ti saprà indicare la soluzione più idonea alla tua vettura.