Quando pensi ad un prodotto ecologico, probabilmente immagini un oggetto che abbia scarso impatto ambientale, realizzato utilizzando fonti rinnovabili e che possa essere riciclato. In quest’ottica, è difficile pensare agli pneumatici come un prodotto ecologico: la maggior parte di essi è costituita di materiali di derivazione petrolifera, contiene metalli pesanti ed è difficilissima da smaltire, diventando un rifiuto ingombrante, inquinante e infiammabile.
Per fortuna, grazie alla diffusione di un maggiore interesse per il benessere del nostro pianeta, da qualche tempo anche le grandi case produttrici di pneumatici si sono dedicate alla creazione di gomme ecologiche, che ormai sono piuttosto comuni.
Ma cos’è che rende uno pneumatico davvero ecologico, i ridotti consumi, la sua composizione a base di prodotti non inquinanti o entrambi?
Pneumatici ecologici ed efficienza energetica
Non sono solo gli elettrodomestici ad avere un’etichetta che mostra il loro livello di efficienza. Anche gli pneumatici, infatti, vengono classificati in 7 fasce, dalla A alla G, in base alle emissioni di CO2 per chilometro percorso. Ma cosa c’entrano le gomme con le emissioni di anidride carbonica? Moltissimo, in realtà: parte dell’energia prodotta dal motore viene infatti “assorbita” dall’attrito tra la superficie della gomma e il manto stradale. Più attrito c’è, maggiori saranno i consumi e, di conseguenza, le emissioni. I pneumatici ecologici sono quindi quelli che oppongono meno resistenza al rotolamento e rendono la tua auto più aerodinamica, per la felicità dell’ambiente e del tuo portafogli. A parità di chilometri di viaggio, uno pneumatico di classe A può farti risparmiare il 7,5% di benzina rispetto a uno di fascia G. L’etichetta sui cui è indicata l’efficienza delle gomme, inoltre, mostra anche la classificazione relativa all’aderenza sul bagnato, fattore cruciale per la sicurezza.
Gli pneumatici “verdi”
Produrre degli pneumatici efficienti non è l’unico modo per avere delle gomme ecologiche. Oltre all’aerodinamicità, infatti, bisogna considerare anche la miscela con cui gli pneumatici sono fatti, con l’obiettivo di eliminare i derivati del petrolio e sostituire la provenienza della gomma. La gomma degli pneumatici è infatti di origine naturale, ma deriva da una pianta, la Hevea brasiliensis, il cui habitat è minacciato. La gomma ecologica di invenzione più recente, messa in commercio dalla Continental, è invece a base di tarassaco, una pianta spontanea della stessa famiglia del nostro dente di leone. L’utilizzo della gomma proveniente dalle radici di tarassaco ha molti vantaggi dal punto di vista ecologico: la pianta può essere coltivata in terreni precedentemente non utilizzati, anche a poca distanza dagli stabilimenti di produzione, riducendo quindi l’inquinamento dovuto al trasporto della materia prima, ed è pronta per la raccolta in soli 2 anni, invece dei sette della Hevea. È in fase di sperimentazione anche l’utilizzo dell’amido di mais al posto della silice e del nerofumo, che renderebbe il prodotto finale compostabile e biodegradabile, a differenza degli attuali pneumatici, che impiegano circa 100 anni per decomporsi.